La Riabilitazione occupa un ruolo fondamentale ed ha l’obiettivo di ripristinare la funzione. Se l’atto chirurgico è volto a ricostituire l’integrità anatomica di una struttura lesionata, la Riabilitazione deve ricostituirne la funzione. Le tappe fondamentali del percorso riabilitativo sono costituite dal recupero: della capacità di movimento dell’articolazione, della forza muscolare, della propriocezione, della chinestesia e del controllo neuromuscolare. L’articolazione deve riprendere precocemente il movimento, compatibilmente con le limitazioni imposte dall’atto chirurgico, per evitare che si verifichino rigidità ed ipotrofia muscolare. Questo è possibile con esercizi e tecniche di mobilizzazione articolare che, a seconda della patologia e della fase del recupero, possono essere di tipo passivo o attivo. Nel primo caso il terapista attua opportune manovre che consentono all’articolazione di muoversi senza l’intervento del paziente, mentre nel secondo caso la contrazione muscolare ne determina il movimento con o senza aiuto del terapista. Alcune volte esercizi di allungamento muscolare, noti anche come stretching, sono di aiuto nel recupero di gradi di movimento dell’articolazione perchè rendono muscoli e tendini più elastici. Gli esercizi per il potenziamento muscolare sono importanti perché i muscoli permettono il movimento ed hanno un ruolo protettivo e di stabilizzazione dinamica ovvero durante il movimento. Anche in questo caso bisogna rispettare dei criteri di progressione e passare da esercizi che non sollecitano l’articolazione come gli isometrici, in cui il muscolo si attiva senza determinare movimento articolare, fino ad arrivare agli esercizi isotonici con movimento dell’articolazione. Il passaggio da una fase riabilitativa a quella successiva non deve avvenire empiricamente, ma è basato su criteri oggettivi che tengono in considerazione il raggiungimento di obiettivi come ad esempio la capacità di camminare senza zoppicare, o il controllo della stabilità di un’articolazione durante l’esecuzione di semplici movimenti della vita quotidiana o sportiva come salire e scendere le scale o correre. Non basta avere muscoli forti, la cosa più importante è recuperare la capacità di attivazione di determinati muscoli nel momento in cui questa deve avvenire per innescare risposte efficaci e funzionali nell’ambito di precisi schemi di movimento; in parole più semplici un muscolo molto grande e potente non serve a nulla se esso non viene controllato in maniera ottimale dal Sistema nervoso centrale. Questo costituisce il controllo neuromuscolare. La propriocezione rappresenta la capacità di percepire la posizione delle articolazioni del proprio corpo nello spazio e dello stato di contrazione dei muscoli. È resa possibile dalla presenza di specifici recettori sensibili alle variazioni posturali. Per chinestesia si intende la percezione del movimento, della sua velocità e direzione. Propriocezione e chinestesia sono molto simili ed assumono un’importanza fondamentale nel complesso meccanismo di controllo del movimento. Le ultime fasi del recupero enfatizzano questi aspetti e si avvalgono di esercizi funzionali che riproducono situazioni che si incontrano nella vita quotidiana e sportiva, con lo scopo di ri-allenare l’articolazione e l’individuo a reagire nei confronti di situazioni impreviste che possono presentarsi. Anche in questo caso si passa dal semplice al complesso, come ad esempio esercizi per l’equilibrio da eseguire con tavolette instabili, prima con appoggio su entrambi i piedi e poi solo su uno, fino a combinare questi esercizi con altri compiti che richiedono una maggiore abilità di controllo dell’equilibrio e della postura. La sfida più grande della Riabilitazione è rappresentata dalla attuazione di nuove strategie per il brain re-training, ovvero per ri-allenare il cervello a recuperare la capacità di controllo del corpo, del movimento, dell’equilibrio e della coordinazione. Questo è possibile con esercizi a complessità crescente, contestualizzati in situazioni che riproducono al meglio la vita quotidiana o l’attività sportiva, e possibilmente stimolanti perché la motivazione del paziente è fondamentale per il recupero. Alla base dell’allenamento del Sistema nervoso centrale ci sono i principi neurofisiologici della progettazione del movimento, della selezione del circuito motorio più indicato e della esecuzione del movimento attraverso la trasmissione di ordini precisi ai muscoli. Tutto questo deve essere recuperato durante la Riabilitazione ed è reso possibile dalla neuroplasticità.