Le patologie da sovraccarico sono molto frequenti e tipiche del gesto sportivo; nella pallavolo il salto è massimamente rappresentato, per questo l’apparato estensore del ginocchio (muscolo quadricipite, tendine quadricipitale e tendine rotuleo), ed in particolare il tendine rotuleo, è sottoposto a grandi sollecitazioni. Quando queste si ripetono per lungo tempo, numerosi micro-traumi determinano una sofferenza del tendine e causano il cosiddetto “ginocchio del saltatore”, ovvero una patologia del tendine rotuleo che conduce a degenerazione del tendine stesso. La tendinopatia rotulea costantemente si manifesta con dolore e limitazione della performance sportiva. Il sintomo dolore costituisce un serio problema perchè determina alterazioni del reclutamento e del controllo muscolare, modifiche della postura e del gesto atletico. Nel calcio spesso sono i tendini dei muscoli adduttori ad andare incontro a sovraccarico ed in questo caso si manifesta la cosiddetta pubalgia; altro esempio di tendinopatia da overuse è l’epicondilite nel tennis o quella che colpisce il tendine d’Achille in chi pratica la maratone. La Riabilitazione in questo caso è fondamentale e prevede un programma che varia, a seconda della gravità del quadro, dal totale riposo sportivo ad un lavoro differenziato sul campo, e comprende esercizi specifici in eccentrica, esercizi in acqua, esercizi di riequilibrio muscolare e di controllo neuromuscolare. Molta attenzione va posta all’individuazione di eventuali fattori predisponenti individuali che possono determinare l’insorgenza della patologia. Per questo è buona norma valutare l’atleta globalmente, dalla testa ai piedi, e soprattutto diagnosticare possibili alterazioni funzionali. La Riabilitazione deve iniziare immediatamente e riportare l’atleta in campo nel più breve tempo possibile, sempre nel rispetto dei tempi biologici di guarigione ed in condizioni di sicurezza per evitare complicanze o recidive. Per attuare programmi preventivi bisogna partire dalla conoscenza dell’epidemiologia, ovvero comprendere quali sono le patologie maggiormente frequenti in un determinato sport; inoltre è importante anche il monitoraggio epidemiologico, che consiste nel valutare il cambiamento dell’incidenza delle patologie nel tempo, perché questo è influenzato da molti fattori come ad esempio nuove soluzioni tecniche, modifica degli equipaggiamenti o delle superfici di gioco. Analizzando ad esempio il calcio, si è passati dal gioco “a uomo” degli anni ’60-‘70 al gioco “a zona” dei giorni nostri, e questo ha portato ad un cambiamento dell’incidenza delle patologie legate a questo sport. Se infatti prima erano molto frequenti i traumi da contatto, ora invece sono molto frequenti le patologie da sovraccarico muscolo-tendinee, perché i giocatori sono costretti a correre a lungo e ad eseguire molti cambi di direzione che possono con il tempo determinare tendinopatie. Anche nel tennis l’epicondilite non è più così frequente come anni fa, almeno a livello professionistico, per l’introduzione di specifici programmi di prevenzione, mentre le patologie da sovraccarico dei tendini della spalla sono ancora frequenti a causa dell’introduzione di nuovi materiali (corde delle racchette, palline) che esasperano sempre più il gioco. Nella pallavolo degli anni’50, dove il gioco era in palleggio, c’era una elevata incidenza dei traumi delle dita, che con l’introduzione del bagher si è ridotta notevolmente; invece la nuova regola che permetteva di superare la linea centrale negli anni’70 ha portato ad un aumento delle distorsioni di caviglia per ricaduta sotto rete sul piede dell’avversario. Infine, con l’introduzione del servizio in salto e dell’attacco dalla seconda linea, si è assistito ad un aumento delle sollecitazioni sul tendine rotuleo e quadricipitale con conseguenti tendinopatie. Ai giorni nostri stiamo assistendo ad un aumento delle patologie da sovraccarico funzionale e questo sottolinea l’importanza dell’attuazione di programmi di prevenzione specifici da iniziare durante la preparazione e continuare per tutta la stagione. In questo modo si riesce ad allenare le strutture che verranno maggiormente sollecitate e a ridurre il rischio di infortuni.