Ieri sabato 11 dicembre si è svolta a Monza, presso l’Università Bicocca, organizzata dal Prof. Cesare Cerri. L’incontro ha visto partecipare il Prof. Luigi Tesio, Il dott. Mauro Zampolini, Il Prof. Carlo Cisari, il Dott. C. Zocchetti, il Prof. Maurizio Bejor e la Dott.ssa Giuliana Beretta.
Sono state focalizzate le criticità della misurazione della disabilità e della trasformazione del “peso” dell’intervento in quantificazione di pagamento. é stato enfatizzato come questo sarebbe auspicabile ma che l’obiettivo finale potrebbe essere un rimborso basato sugli esiti e tenendo conto del vissuto della disabilità da parte del paziente.
L’ICF è un sistema di classificazione e sono stati illustrati i tentativi di trasformarlo in sistema di misura e candidarlo a base per la tarriffazione basata sul livello funzionale.
E’ stata enfatizzata la possibilità di valutare attraverso l’analisi dei tempi di permanenza in riabilitazione i comportamenti opportunistici tendenti a “speculare” sulla tariffazione anziché sulle esigenze riabilitative della persona disabile.
E’ stato interessante anche il confronto tra i sistemi sanitari della Lombardia, Piemonte e Umbria. La regione Lombardia ha ribadito che viene garantito il processo ma non l’esito. In Piemonte si annuncia una modifica piuttosto radicale del sistema riabilitativo, legato all’esigenza di aderire al piano di rientro economico. Si ridurranno 600 posti letto e si amplieranno le RSA. In Umbria, malgrado la netta prevalenza del pubblico, il sistema è in sostanziale equilibrio economico e è già partita la sperimentazione della rete regionale della riabilitazione, un organo di pianificazione della rete.
L’incontro si è concluso con l’auspicio che questo sia solo l’inizio del dibattito che dovrà portare al cambiamento dei sistemi di pagamento dalla retribuzione a giornate di degenza al pagamento in base al “peso” della disabilità.
Bene lavorare per processi ed esiti deve essere l’obiettivo futuro,e la
misurazione dell’out come resa quntificabile per definire i risultati.Il
problema economico dei “pagamenti” è non tanto definire gli out come,ed in
questo ci aiuterà l’ICF,ma definire il valore della presa in carico
longitudinale della persona in acuzie post acuzie e gestione territoriale .Si
cercò di proporre in Emilia Romagna circa 8 anni fa un gestione per processi
(presa in carico) ma la RER di fatto disse di non essere pronta alla
quantificazione economica del tutto e ,mi sembra,non lo sia tuttora.Il problema,
su tutto il territorio nazionale,è di uscire dalla logica prestazionale e dei
multipli di 10 per arrivare alla presa in carico di processi ,esiti e della
successiva cronicità.
germano pestelli
Forse non tanto al peso della disabilità intesa come alterazione del movimento ma al peso della disabilità intesa come non partecipazione alla vita sociale,ovvero occorrerà quantificare il peso della qualità della vita se passeranno percorsi e prese in carico al posto di numeri multipli di 10 e relative prestazioni.E’ bene cominciare a parlarne e dibattere sull’importanza basilare dell’outcome al posto della autoreferenzialità ( e sono un po’ tenero) o al posto della committenza senza nessu governo clinico.
Anche sull’ICF,se mai ne vedremo la reale applicazione nel corso della nostra attivtà professionale (ovvero prima di andare in pensione !) occorre porre accenti ed informazioni.Mi sembra che queste parole :ICF,outcome,EBm ma anche presa incarico della disabilità ed affini siano ancora poco masticate dalla maggioramnza dei fisiatri italiani,come pure l’appropriatezza e dintorni.Speriamo che queste iniziative partecipino ad una sempre maggiore attenzione che la Riabilitazione deve dare ai processi ed agli esiti del suo fare.