E’ sempre più frequente l’utilizzo del laser in medicina: dalla cura della miopia e delle patologie retiniche in oculistica; alle lesioni benigne e maligne (verruche, condilomi, epiteliomi basocellulari) in dermatologia, dal lifting in medicina estetica alla cura della teleangectasia (capillari) in angiologia. Ed ancora in chirurgia vascolare, odontoiatria, urologia, ginecologia ed altre specialità chirurgiche. In seguito vedremo le applicazioni in medicina fisica e riabilitativa del laser, questo costituisce per il fisiatra una metodica efficace nel trattamento delle patologie dell’apparato locomotore.
Si colloca negli anni ’60 il primo utilizzo del laser in ambito medico, grazie al Dottor Leon Goldman, pioniere della laser chirurgia, che lo impiegò con esito positivo durante un intervento in dermatologia.
Nel corso degli anni la metodica si è evoluta migliorando in maniera crescente i propri risultati; in particolare nel campo riabilitativo. Ma cosa è un laser? E’ una sorgente che produce energia elettromagnetica sotto forma di un’onda. L’emissione può avere diverse lunghezze d’onda e quelle utilizzate in riabilitazione, ad eccezione dei laser a CO2, rientrano nella cosiddetta finestra terapeutica compresa tra i 600nm ed i 1300nm che determinano effetti terapeutici senza creare danni all’uomo. Ovviamente non tutti i laser sono uguali: gli effetti biologici dipendono strettamente dalla lunghezza d’onda utilizzata e dalla potenza. I principali effetti biologici sono antalgia (controllo del dolore) e biostimolazione (induzione dei processi riparativi tessutali). Dai laser a CO2 degli anni ’80 capaci di determinare solo effetto antalgico, si è passati negli anni ’90 al Nd:YAG dove si introduce l’effetto di biostimolazione, fino ad arrivare nel 1996 alla grande innovazione: Il laser FP3 system a tripla lunghezza d’onda. Questo laser biostimolante ad alta potenza, grazie alle brillanti intuizioni del Professor Parra e dell’Ingegner Algeri, ha rivoluzionato il trattamento delle patologie dell’apparto locomotore, poiché unisce in un solo apparecchio tutti gli effetti terapeutici principali, determinati dalle diverse lunghezze d’onda, come avere tre laser in uno. Alla base degli effetti biologici, ed in particolare della biostimolazione, si ha l’interazione tra l’energia ed i tessuti: alcuni fotoni di luce nell’attraversare questi ultimi vengono assorbiti, determinando così una reazione fotochimica responsabile dell’effetto terapeutico. Importante è la produzione di ATP attraverso la stimolazione della membrana mitocondriale e la promozione della sintesi proteica da parte del reticolo endoplasmatico. L’effetto antalgico è indotto dalla inibizione dei recettori del dolore e dall’innalzamento della soglia algica; altri effetti terapeutici sono la riduzione dell’edema, attraverso l’attivazione dei piccoli vasi e l’effetto antinfiammatorio, grazie alla regolazione delle prostaglandine e delle cellule infiammatorie.
E’ evidente perchè l’FP3 system è innovativo: per la prima volta le tre lunghezze d’onda garantiscono tutti gli effetti terapeutici possibili simultaneamente, mentre l’alta potenza assicura la biostimolazione in profondità.
Metodica nata e divenuta famosa nel mondo dello sport professionistico ed in particolare nel tennis per venire incontro alle esigenze degli atleti impegnati in competizioni di alto livello, spesso con numerose prestazioni concentrate in un breve periodo, dove sono necessari risultati positivi nel minor tempo possibile. In seguito l’utilizzo si è diffuso dalla traumatologia sportiva anche in riabilitazione e reumatologia.
Tra le patologie dell’apparato locomotore che possiamo trattare si annoverano: le tendinopatie, la patologia muscolare traumatica e dolorosa non traumatica, le lesioni legamentose parziali, le algie della colonna cervicale e lombare ed in particolare ne segnaliamo un efficace impiego nel trattamento della lombosciatalgia e della cervicobrachialgia da ernia discale, in questi ultimi casi l’efficacia è ottenuta grazie al potente effetto antinfiammatorio ed antidolorifico della metodica. Il trattamento con FP3 system è eseguito da un medico specialista o sotto il suo stretto controllo; fondamentale è un’approfondita conoscenza dell’anatomia delle strutture e l’utilizzo degli stessi accessi anatomici della chirurgia per poter ottenere bio-stimolazione in profondità. Il sistema FP3 garantisce un trasferimento controllato e riproducibile di energia, inoltre dopo aver accuratamente visitato il paziente e fatta una diagnosi precisa è indispensabile seguire protocolli di trattamento specifici e standardizzati per ogni patologia. Solitamente è sufficiente un ridotto numero di sedute della durata di pochi minuti per ottenere risultati positivi alle quali segue poi un programma riabilitativo personalizzato, per rendere il recupero stabile ed eliminare le disfunzioni che hanno contribuito all’insorgenza della patologia.
Una commissione scientifica è preposta alla valutazione dei protocolli, alla formazione degli utilizzatori ed al controllo di qualità dei centri italiani e stranieri in cui è possibile curarsi con questa metodica.
Nell’ambito delle terapie fisiche e degli approcci riabilitativi l’FP3 è indicato nel trattamento mirato di patologie localizzate che necessitano di una risposta rapida e si pone come alternativa a terapie farmacologiche o maggiormente invasive.