Dall’ indagine nazionale della Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (AGENAS) spunti di interesse per la Medicina Fisica e Riabilitativa –
I Distretti Sanitari in Italia sono 711, distribuiti in 145 Aziende Sanitarie Locali. Dall’epoca della loro costituzione, con la legge istitutiva del SSN 833 del 1978, il loro ruolo si è andato progressivamente ampliando ed arricchendo , passando da luogo di erogazione territoriale di servizi di primo livello a sistema integrato di più unità organizzative che cooperano per realizzare le finalità dell’assistenza primaria.
Le recenti indicazioni programmatorie nazionali (Patto per la Salute 2010-12; Piano Sanitario Nazionale 2011-13) sottolineano ulteriormente la necessità dello sviluppo delle attività sanitarie e socio sanitarie territoriali per fronteggiare efficacemente i bisogni di salute della popolazione. In questo scenario, il ruolo delle strutture distrettuali appare rilevante.
La Medicina Fisica e Riabilitativa è inevitabilmente coinvolta in queste problematiche; infatti, molte attività riabilitative si svolgono in ambito extraospedaliero (territoriale, domiciliare, ambulatoriale, di residenzialità protetta) e molti sono i settori in cui l’assistenza distrettuale interseca i percorsi riabilitativi: ad esempio nel settore della assistenza protesica, delle attività riabilitative erogate in regime di Assistenza Domiciliare Integrata, dei servizi per le persone con disabilità e per gli anziani.
Il recente Piano di Indirizzo per la Riabilitazione, sottolinea che “il percorso riabilitativo dipartimentale trova la sua naturale continuità a livello territoriale, contesto in cui è possibile la verifica reale dell’outcome in termini di attività e partecipazione. L’ambito territoriale diviene quindi il luogo privilegiato per l’intervento contestuale sulle componenti ambientali e sui fattori personali (ICF)”
La diffusione ed il consolidamento del modello dipartimentale delle attività riabilitative, cui fanno esplicito riferimento sia il Piano di Indirizzo per la Riabilitazione che il PSN 2011-13, sono ulteriori fattori che portano alla necessità di coordinamento ed integrazione fra Distretti e strutture riabilitative
Queste osservazioni impongono una particolare attenzione all’attività distrettuale da parte dei fisiatri, chiamati ad inserire in modo crescente la loro professionalità nell’ambito delle reti territoriali dei servizi sanitari, e a portare il valore aggiunto della loro competenza in questo settore.
La possibilità di conoscere meglio l’organizzazione distrettuale e le sue linee di sviluppo nel nostro paese viene offerta da uno studio recentemente pubblicato dall’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (AGENAS) nella collana “I quaderni di monitor” dal titolo “LA RETE DEI DISTRETTI SANITARI IN ITALIA” in cui viene illustrato lo stato di attuazione dei Distretti in tutte le Regioni italiane. Il documento è reperibile sul sito dell’AGENAS (www.agenas.it) ed è ricco di informazioni e di spunti interessanti per il mondo della Riabilitazione sia sul piano delle informazioni generali sul contesto nazionale che su quello delle singole realtà regionali.
L’indagine si riferisce all’anno 2010, e fa seguito a precedenti analoghi studi relativi al 2001 e al 2005-2006. E’ stata svolta attraverso un questionario, cui hanno aderito oltre il 95% dei Distretti Sanitari , distribuiti in tutte le regioni italiane. Il questionario indaga le caratteristiche generali del Distretto (superficie e popolazione servita, collocazione territoriale), i profili e le competenze delle figure di direzione, le modalità di programmazione delle attività e di comunicazione-integrazione con le altre componenti sanitarie e sociali (Aziende Sanitarie, Ospedali, Comuni, Medicina Generale, erogatori privati…); la tipologia e la modalità di erogazione dei servizi.
Il quadro che emerge dallo studio è quello di una realtà in forte evoluzione, in cui le funzioni delle strutture distrettuali non hanno ancora trovato una definizione univoca, ma che sembrerebbero orientate prevalentemente verso aspetti di governance oltre che di erogazione di servizi.
Non è difficile ravvisare in questi processi delle analogie con quanto sta accadendo nell’ambito della Medicina Fisica e Riabilitativa; anche se gli ambiti di intervento dei Distretti coprono uno spettro diverso e più ampio (che interseca la prevenzione, la cura, l’assistenza e l’integrazione sociale).
In ambito riabilitativo, infatti, si sono ormai affermati il forte orientamento alla presa in carico longitudinale del paziente in tutte le fasi del percorso riabilitativo, in una prospettiva transmurale di integrazione ospedale-territorio, la visone delle attività riabilitative come rete di servizi integrati piuttosto che come aggregazioni di erogatori, l’attenzione a molteplici determinanti di salute che possono condizionare la situazione di disabilità ed il conseguente bisogno riabilitativo, secondo una prospettiva bio-psico-sociale.
Tutti questi fattori portano, sul piano delle scelte programmatorie, a sostenere modelli di tipo dipartimentale delle attività riabilitative, come strumento per comporre in una cornice organizzativa unitaria tutti i percorsi e gli interventi riabilitativi sanitari gestiti dalla rete locale di servizi.
In tale prospettiva la sinergia e la adeguata integrazione fra Dipartimento di Riabilitazione e Distretto appare un elemento assolutamente rilevante; il Dipartimento viene a configurarsi come un interlocutore privilegiato dei Distretti, in modo simile a quanto avviene per altri tipi di articolazione dipartimentale, come i Dipartimenti di Salute Mentale, o di Prevezione.
E’ necessario che i fisiatri e in generale tutti gli operatori della riabilitazione siano consapevoli di questo scenario, per svolgere adeguatamente il loro ruolo in ambito territoriale e contribuire fattivamente allo sviluppo dei servizi.
Per fare alcuni esempi, il contributo dello specialista in Medicina Fisica e Riabilitativa è senz’altro rilevante in sede di Valutazione Multidimensionale delle persone con disabilità, e va evidenziato e sostenuto; cosi come è riconosciuto indispensabile nel settore della assistenza protesica. Altri settori in cui è necessaria una forte integrazione fra strutture riabilitative e rete distrettuale sono i percorsi di continuità di cura ospedale territorio, in particolare per alcune patologie disabilitanti (ictus, frattura di femore, patologie dell’età evolutiva) e quello degli interventi riabilitativi in ambito di residenzialità protetta e domicilio.
Nel nostro paese, esistono già diverse esperienze positive in questo settore; è necessario l’impegno dei fisiatri perché esse si strutturino in di modelli condivisi e diffusi, pur con i necessari adattamenti alle diverse realtà regionali.
LE SIGLE E I NUMERI DELL’ASSISTENZA DISTRETTUALE (fonte: AGENAS, 2011)
PUA- Punto Unico di Accesso (presente nell’ 84% dei distretti italiani)
ADI Assistenza Domiciliare Integrata (Erogata in proprio nel 63% dei distretti; esternalizzata nel 26% erogata tramite voucher nell’11%)
VMD Valutazione Multidimensionale
PAI Percorsi Assistenziali Integrati