Presentati alla Camera gli emendamenti al disegno che prevede, tra l’altro, un anno di meno per la formazione dopo la laurea in medicina e chirurgia, specializzazione più breve.
L’accorciamento di un anno dei corsi di specializzazione, la modifica punta a “trasferire” alle asl e agli ospedali i medici in formazione specialistica, con lo stipendio da parte delle Regioni e non più dalle Università. Il rischio è di impiegare i giovani neolaureati per la copertura dei vuoti d`organico, proprio come avviene da sempre nei Policlinici universitari. «La presenza di specializzandi nelle strutture pubbliche deve essere un di più, non deve sostituire il personale con la conseguenza che non si fanno più i concorsi. Presenteremo un emendamento in questo senso, per evitare che si blocchi il turn over», precisa il presidente della commissione Affari sociali, Giuseppe Palumbo (Pdl). Sempreché questa modifica basti ai deputati più sensibili ai “richiami” delle Università.
«Si tratta», aveva spiegato Fazio lo scorso luglio, «di una riforma strutturale che consente l’ingresso dei giovani nel lavoro con grandissimo anticipo immettendoli nel Servizio Sanitario Nazionale, anche se con contratti a termine e ciò ci mette in linea con gli altri paesi industrializzati».
Il disegno di legge omnibus in materia sanitaria, presentato dal ministro della Salute, Ferruccio Fazio, è approdato ieri in aula alla Camera e fin da oggi si passerà al voto degli emendamenti nel tentativo di licenziare il testo per inviarlo al Senato già entro questa settimana.