QUALE RIABILITAZIONE?
La funzione di un blog è spesso quella di smuovere le acque ferme,proviamoci : qualche settimana fa proposi un articolo sulla Riabilitazione basata sulla comunità ,attività che prima o poi ,magari anche tra 10 anni , si dovrà prendere in seria considerazione,senza fretta,per carità,ma pensando che possa essere qualcosa di utile se associato ad altre buone prassi nel settore della riabilitazione.Altri due pensieri mi sovvengono per proporre ad una discussione fattiva : i tempi della riabilitazione e le attività “low cost”.Del low cost parleremo piu’ avanti ; ora mi preme introdurre alcune considerazioni sulla tempistica del “trattamento riabilitativo”,parlo di trattamento specifico che è ,ovviamente ,qualcosa di diverso rispetto alla presa in carico.In un momento in cui si preannunciano tagli ai posti letto ed alle risorse della riabilitazione occorre razionalizzare le attività cercando comunque di dare il miglior servizio possibile al cittadino disabile.Quindi,per mantenere livelli di efficienza ed efficacia soddisfacienti occorrerà innanzitutto definire criteri di appropriatezza di trattamenti e di prese in carico che siano molto vicini all’errore zero.
Una volta stabilito quale possa essere il paziente o meglio la persona GIUSTA che necessita di riabilitazione occorrerà definire i tempi ed i modi del trattamento specifico e di quello occupazionale .Partendo dal presupposto che le persone disabili traggono maggiori vantaggi dalla gestione occupazionale rispetto a quella che consideriamo tradizionale e che quindi la TO dovrebbe assurgere a trattamento prioritario di tutte le disabilità temporanee o permanenti che siano,va da sé che nell’attualità l’esercizio terapeutico è ancora maggiormente praticato nelle stragrande maggioranza dei Centri pubblici o privati di Riabilitazione almeno in Italia.
Ma ,mi chiedo: per quanto tempo durante la giornata : siamo assolutamente sicuri che l’ora della estensiva o anche il qualcosa in piu’ dell’intensiva garantiscano un servizio efficace e che dia l’outcome sperato? Non ci viene mai il dubbio che l’organizzazione del sistema di riabilitazione sia nei reparti specifici sia in ambito di post acuzie sia nei trattamenti ambulatoriali sia parzialmente efficace se non insufficiente ad un ottimale recupero della funzione e della partecipazione e non ci viene il dubbio che una diversa organizzazione piu’ dei tempi che dei modi potrebbe essere maggiormente consona ad un migliore e piu’ rapido recupero? Personalmente è il dubbio che ho ogni giorno che lavoro da almeno alcuni anni !.Mi chiedo infatti se una diversa organizzazione oraria del lavoro dei professionisti addetti al programma riabilitativo non potrebbe essere piu’ efficace sulla persona disabile ed anche favorire il sistema sanitario.Mi spiego con un esempio: se anziche fare un paziente,piu’ o meno ogni ora ovvero 4 pazienti per un’ora ciascuno per 4 ore ,gestissimo spazi e risorse per trattare contestualmente gli stessi tre pazienti per 4 ore consecutive , o non consecutive ma comunque reali , probabilmente otterremmo risultati migliori e piu’ precoci ed avremmo riprese piu’ rapide e tempi di degenza meno lunghi.La stessa cosa per le disabilità gestite ambulatorialmente dove la formazione dei caregivers e l’invito sistematico ad una attività quotidiana di alcune ore darebbe sicuramente risultati migliori in termini di tempi di ripresa della partecipazione.Ed è proprio qui che si riallaccia l’attività di RBC dove una comunità solidale garantisce al disabile una gestione riabilitativa il piu’ possibile continua fino a che appropriata,in quanto è .e sarà, improponibile garantire da parte del SSN le ore di riabilitazione che molte disabilità richiedono.. Mi sembrerebbe che una buona parte delle persone che il team di riabilitazione gestisce nelle proprie strutture possa essere eligibile a questo tipo di trattamento chiamiamolo superintensivo.
Sicuramente un trattamento cosi intensivo richiede una diversa e radicale ridistribuzione di spazi e risorse ed anche diversi indirizzi gestionali per quel che rigurda eventuali scelte sulle tipologie di disabilità da trattare : mi spiego : le disabilità maggiori o piu’ gravi e nella fase di acuzie e post acuzie dovranno trovare spazi all’interno dei sistemi di cura con degenze ,mentr per le altre meno gravi o piu’ rapidamente emendabili dovranno essere scelti diversi scenari di cura.
Al giorno d’oggi la degenza,ma è discorso in realtà vecchio, va gestita con spirito riabilitativo 24 ore su 24,i nostri degenti non possono stare per 2 ,dove va bene 3,ore nelle palestre e passare 21 ore a non fare nulla di utile per se stessi.Va ridisegnato,probabilmente,l’intero ambito della gestione giornaliera della riabilitazione con spazi accessibili almeno 10 ore die e gestiti con personale adatto all’uopo e che comunque garantisca una attività di riabilitazione appropriata e consona ai bisogni nonchè attività ludiche ed occupazionali..La stessa cosa vale per l’attività ambulatoriale che ,il piu’ delle volte, è prettamente consolatoria e priva di utilità soprattutto se gestita come unico momento e per 2-3 ore a settimana,anche qui occorre rivedere tempi e modi dell’attività specifica e renderli compatibili con un buon out come e con tempi di recupero che comportino un precoce ripristino della partecipazione alla vita sociale.
Non so se i lettori condivideranno dubbi e risoluzioni……..
Germano Pestelli
gerpest@iol.it