E’ scomparso il 1° gennaio 2012, Alessandro Liberati, medico, ricercatore, Professore Associato di Statistica Medica e Biometria presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Direttore dal 1994 del Centro Cochrane Italiano.
Il mondo della riabilitazione gli è particolarmente vicino per i suoi contributi metodologici sulla ricerca clinica, la valutazione critica della letteratura e lo sviluppo delle linee guida. Tutti noi ricordiamo ancora il suo brillante contributo al congresso europeo di medicina fisica e riabilitazione di Venezia nel 2010, dal titolo “How to report systematic reviews and meta-analyses of studies that evaluate health care interventions” presentato insieme a sua moglie Mariangela Taricco, una collega fisiatra – anch’essa molto esperta di tematiche metodologiche – che continua a fornire un contributo estremamente competente nell’ambito della riabilitazione. Liberati su questo tema del reporting delle informazioni era stato uno degli ideatori del PRISMA creando un modello di reporting utilizzato in tutti i campi della ricerca compresa la riabilitazione. (Moher D, Liberati A, Altman DG, The PRISMA Group. Preferred Reporting Items for Systematic Reviews and Meta-analysis: The PRISMA Statement. Phys Ther. 2009;89:873–880).
Dopo un periodo molto proficuo di formazione al Dipartimento di Epidemiologia della Harvard School of Public Health di Boston., ha lavorato come ricercatore all’Istituto Mario Negri di Milano, dove ha sviluppato in modo pionieristico, in largo anticipo sui tempi, tematiche che sono poi diventate parte integrante delle politiche di miglioramento della qualità dell’assistenza: la valutazione della appropriatezza clinica ed organizzativa nell’uso dei servizi sanitari, l’elaborazione delle linee-guida come ponte tra ricerca e pratica clinica, l’analisi dei determinanti – scientifici e non – di quest’ultima, per citare solo alcuni. Fondatore, nella meta dei ’90, ed animatore sino ad oggi della branca italiana della Cochrane Collaboration, ha promosso in Italia la cultura di una medicina basata sulle prove di efficacia, senza mai disgiungere l’attenzione alle informazioni prodotte dalla ricerca clinica da una spiccata capacità di analisi critica della ricerca stessa, dei suoi limiti e delle sue distorsioni.
Non è mai stato un ricercatore da laboratorio, pur non essendo un clinico ha sempre lavorato al loro fianco per favorire una ricerca che fosse davvero rilevante per il paziente e facilmente trasferibile nella pratica clinica . E’ stato uno degli ideatori e coordinatori del Programma di Ricerca e Innovazione Regione –Università (PRIER) dell’Agenzia Sanitaria dell’Assessorato alla Sanità della Regione Emilia Romagna, sviluppando metodi di peer review dei progetti innovati e soprattutto trasparenti.
Da quando nel 2004 sul BMJ (Liberati A. An unfinished trip through uncertainties. BMJ 2004;328:531) decise di rendere pubblica la sua condizione di malato, di medico e di ricercatore, ha utilizzato il suo mieloma multiplo come una “metafora per illustrare quelle che lui definiva le debolezze della ricerca medica ma allo stesso tempo come uno stimolo ulteriore per cercare di indirizzarla verso migliori priorità….” come viene ricordato nelle prime righe della recente pagina di Lancet a lui dedicata :http://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(12)60092-0/fulltext
Proprio negli ultimi mesi, quando la malattia era diventata ormai conclamata ha voluto pubblicare sulla rivista Lancet una sintesi delle idee su cui ha lavorato praticamente fino alla fine. Quelle due piccole colonne testimoniano in modo lucido la sua preoccupazione su come l’interesse dei pazienti e della comunità non rappresentasse il motore principale della agenda della ricerca medica. Dalla sua prospettiva di ricercatore, paziente e come persona che ha la responsabilità di distribuire fondi per la ricerca, Alessandro considerava la mancata corrispondenza tra ciò che i ricercatori fanno e ciò di cui i pazienti hanno bisogno. Concludeva dicendo “… vi è bisogno di una nuova strategia di governance della ricerca, che riunisca tutti i soggetti interessati, parta da un’analisi della ricerca esistente e sia indipendente da interessi di parte, allo scopo di riallineare la ricerca commerciale ed accademica ad una orientata all’esigenze del paziente (Liberati 2011 tradotta in italiano su http://www.partecipasalute.it/cms_2/node/1814)
A ricordarlo anche il ministro della Salute, Renato Balduzzi, che in un messaggio inviato alla famiglia scrive: “La sanità italiana perde prematuramente con il prof. Alessandro Liberati, già presidente della Commissione della Ricerca Sanitaria del Ministero della Salute, uno dei suoi più profondi conoscitori, un prestigioso membro della comunità scientifica internazionale e un geniale innovatore, capace di analizzare e di indirizzare con onestà , equilibrio e competenza il magmatico mondo della ricerca biomedica e sanitaria a livello regionale, nazionale e sovranazionale. Rimane di lui il suo raro esempio di umanità e rigore mantenuto con discrezione sino alla fine … “.
In tutto il mondo della riabilitazione lascia un profondo vuoto che potrà essere colmato solo applicando i suoi insegnamenti allo scopo di migliorare i nostri interventi riabilitativi e di rendere il paziente partecipe alle scelte terapeutiche.
Utili link
http://www.cochrane.org/alessandro-memory-book
http://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(12)60092-0/fulltext