Tutti noi abbiamo spesso sentiamo parlare di cellule staminali e fattori di crescita, non solo tra i medici e gli operatori sanitari, ma anche tra le persone comuni. Infatti questi sono alcuni degli argomenti che hanno suscitato maggiore interesse negli ultimi anni in campo medico. Il motivo di questa popolarità deriva in parte dalla grande aspettativa che la comunità scientifica ha al riguardo degli effetti che queste terapie possono sortire e in parte dal fatto che potrebbero collocarsi come alternativa non farmacologia o comunque biologica alla risoluzione di molte patologie, senza controindicazioni ed effetti collaterali. Per questo motivo molti pazienti ci chiedono informazioni su dove e come poter essere trattati con queste metodiche e se la loro patologia rientra nelle indicazioni al trattamento. I fattori di crescita di derivazione piastrinica vengono utilizzati oltre che nella traumatologia sportiva, che sin dalle prime intuizioni è stata l’indicazione principale al trattamento, anche in Riabilitazione, Ortopedia, Chirurgia maxillo facciale e odontoiatrica, Dermatologia, Oculistica e Chirurgia plastica e ricostruttiva. Anche in medicina estetica, oltre all’utilizzo dell’acido ialuronico, l’introduzione dei fattori di crescita ha rappresentato una novità grazie all’effetto biostimolante autologo e all’effetto rivitalizzante e anti aging. Studi su modelli animali hanno anche dimostrato l’effetto positivo dei fattori di crescita derivati dalle piastrine sulla rigenerazione del nervo facciale dopo lesione indotta sperimentalmente. Quindi, per quanto appena detto, si comprende come la grande versatilità di utilizzo e le possibili ricadute applicative potrebbero consacrare i fattori di crescita come la scoperta del secolo in campo medico. Bisogna però frenare i facili entusiasmi e aspettare che la letteratura scientifica validi con studi prospettici randomizzati e con revisioni sistematiche i risultati positivi che la pratica clinica sta fornendo. Sono infatti ancora pochi gli studi che ne dimostrano la reale efficacia ed altri hanno dato risultati contrastanti; c’è grande attesa di trial clinici che potrebbero fornire l’evidenza dell’efficacia e dare il via al più ampio utilizzo di questa nuova metodica. La relativamente semplice procedura di preparazione e somministrazione del plasma ricco in piastrine potrebbe portare ad un utilizzo diffuso e non controllato, al momento non auspicabile. Come per gli altri interventi terapeutici è necessaria una standardizzazione della modalità di preparazione, del dosaggio ottimale, della frequenza di somministrazione e della procedura di esecuzione; queste risposte dovranno darcele le ricerche scientifiche.
Tra le applicazioni del gel piastrinico di interesse per il Fisiatra c’è il trattamento dell’artrosi, come alternativa alla viscosupplementazione con acido ialuronico, e l’utilizzo nella guarigione delle lesioni da decubito. Gli effetti biologici derivano dalla promozione del processo di guarigione tessutale che è innescato dalla liberazione dei fattori di crescita ad opera delle piastrine. Nel caso dell’artrosi è prevalente l’effetto locale sul dolore e la condroprotezione mentre nel caso delle ulcere da decubito è la riparazione tessutale ad essere stimolata e resa qualitativamente e quantitativamente migliore. Il problema della prevenzione e cura delle complicanze legate all’allettamento nei pazienti con disabilità neurologica e ortopedica che accedono alla riabilitazione intensiva è attuale e costituisce una problematica assistenziale a più largo raggio. Per questo motivo l’interesse verso questa nuovo approccio è grande come anche l’aspettativa. Ma veniamo a descrivere come si ottengono e come agiscono i fattori di crescita. La metodica prevede l’impiego di concentrati piastrinici (PRP: Platelet Rich Plasma), ottenuti centrifugando il sangue del paziente, come fonte di fattori di crescita autologhi, per il trattamento dei tessuti danneggiati (tendini, muscoli, articolazioni, cute e sottocute) tramite somministrazione locale del concentrato piastrinico (infiltrazione o applicazione locale). La guarigione di molti tessuti, come ad esempio i tendini e nel caso delle ulcere da pressione, è piuttosto lenta; tale limitata capacità di guarigione sarebbe da ricercarsi nella scarsa vascolarizzazione locale. Il normale processo di riparazione avviene attraverso tre fasi: infiammazione, proliferazione e rimodellamento; le piastrine, nella prima fase, hanno un ruolo fisiologico di starter e modulatori del processo di guarigione. Nella sede di lesione si realizza la degranulazione piastrinica con liberazione di molteplici fattori di crescita: TGF (Transforming Growth Factor), PDGF (platelet derived growth factor), EGF (epidermal growth factor), VEGF (Vascular Endothelial Growth Factor)e IGF (insuline like gorwth factor). Questi promuovono in vari modi la proliferazione a la migrazione cellulare, la sintesi delle proteine della matrice extracellulare e la neoangiogenesi con aumento dell’apporto di sangue. Il razionale di impiego di tale tecnica si basa sull’ottenimento di una alta concentrazione locale di piastrine che, rilasciando i fattori di crescita innescano, amplificano e ottimizzano il processo di guarigione.
I fattori di crescita rappresentano una metodica affascinante che ha molti vantaggi potenziali, come ad esempio una guarigione dei tessuti più rapida e qualitativamente migliore, tuttavia, la mancanza di studi prospettici randomizzati impone cautela. Le evidenze attuali e la conoscenza del complesso processo che regola la riparazione e la rigenerazione cellulare laddove possibile, sembrano suggerire che risultati migliori possano aversi su patologie acute dove ha un ruolo anche la risposta infiammatoria più che su patologie degenerativa. La sfida più grande di tutto il mondo scientifico è rappresentata dall’ottenere al più presto nuove risposte sulla correlazione che lega i fattori di crescita ai meccanismi di guarigione tessutale e all’outcome clinico del paziente.
vorrei che mi toglieste un dubbio i fattori di crescita possono accelerare un tumore non ancora scoperto?