Uno degli appuntamenti più importanti della politica sanitaria Nazionale è la definizione del nuovo Patto per la Salute“. Con esso si stabiliscono i principi comuni delle politiche della salute sia da punto di vista economico che organizzativo.
Normalmente il luogo di discussione è la conferenza-stato regione ma il Ministro sollecita una partecipazione più allargata per evitare il rischio che la discussione sia solo sul piano economico.
Il ministro della Salute, intervistato su SkyTg24, ha sottolineato come non dovrà essere uno strumento ‘riservato’ agli addetti ai lavori, ma vicino al cittadino-paziente. Il Patto per la Salute, come spiega il ministro, “non può essere un Patto solo fra Governo e Regioni, ma deve ovviamente allargarsi al Parlamento e alle categorie interessate, e deve essere qualche cosa di comprensibile per tutti i cittadini e gli utenti del Servizio sanitario nazionale”. Precisa inoltre, il ministro, “nel nostro Paese c’è un grado molto alto di buona sanità, che naturalmente viene percepito meno”.
Secondo Balduzzi, “non per consolarci ma per essere realisti”, in Italia “abbiamo una situazione in cui ci sono isole di cattiva sanità dentro un mare di buona sanità. Quindi da una parte bisogna fare in modo che la buona sanità sia conosciuta e anche riconosciuta, e dall’altra dobbiamo combattere senza esitazioni la malasanità”. Balduzzi sottolinea come il Ssn funziona già come un sistema intergrato pubblico-privato che “va fatto funzionare al meglio. Perché c’è una buona integrazione e una cattiva integrazione, c’è un buon privato e un privato che può essere parassitario, c’è un buon pubblico e c’è un pubblico che invece deve essere migliorato”. Il tutto tenendo ferme e tutelando le “regole di universalità, globalità, accessibilità a tutti” del nostro Ssn” che è “uno dei vanti del nostro Paese”. L’obiettivo è fare in modo che “queste parole così impegnative siano reali, e non solo delle ‘etichette'”.