Contributo di Mariangela Dardani (Parma)
La riorganizzazione della Medicina Territoriale prevista dall’articolo 1 del Decreto Balduzzi è un processo avviato in molte regioni seguendo modelli differenti che ha portato in alcune realtà a sperimentare le cosidette “Case della Salute”.
La realizzazione delle Case della Salute è inserita nel percorso di ridefinizione dei servizi territoriali avviato dalla Regione Emilia- Romagna per migliorare presa in carico, prossimità delle cure, continuità assistenziale. Sempre secondo il Decreto, alle regioni vengono demandate le modalità organizzative più congrue al proprio territorio con il compito comune di realizzare una maggiore integrazione tra le categorie professionali operanti nel SSN.Essere orientati verso l’integrazione vuole dire mettere al centro degli interventi gestionali il paziente, valorizzare il sapere specialistico, mettere a disposizione le competenze dei professionisti per i bisogni dei cittadini, valorizzare le autonomie e le competenze per l’utilizzo pieno, completo e consapevole degli strumenti del governo clinico. E’ infatti attraverso un lavoro di squadra e di équipe con i professionisti medici e le altre professioni già operanti sul territorio che avviene la presa in carico i pazienti con patologie croniche.
La Medicina Riabilitativa territoriale si occupa della gestione della non autosufficienza, nella fase extra ospedaliera della patologia gestendo, in collaborazione con altre professioni, i percorsi di deospedalizzazione e il reinserimento delle persone a domicilio o in strutture alternative al domicilio, contribuendo all’attivazione ed erogazione di interventi riabilitativi, di sostegno economico e reinserimento sociale e lavorativo.
La sede dove tutto questo si realizza è la Casa della Salute, sede pubblica dove trovano allocazione, in uno stesso spazio fisico, i servizi territoriali che erogano prestazioni sanitarie, ivi compresi gli ambulatori di Medicina Generale e Specialistica ambulatoriale, e i servizi sociali. Come l’ospedale è riferimento per la patologia acuta, così la casa della salute vuole essere la risposta concreta e facilmente identificabile sia per i professionisti che, in maniera integrata, lavorano sulla patologia cronica e sull’intercettazione del bisogno territoriale, sia per i pazienti che, sul territorio, possono identificare dei luoghi certi di riferimento per l’assistenza primaria.
Diverse sono le funzioni da allocare nella Casa della salute, alcune di natura sanitaria, altre di natura sociale e altre ancora di natura amministrativa, aggregate in 4 aree principali a diverso grado di complessità:
• Area dei Servizi Sanitari • Area dei Servizi socio sanitari
• Area dell’accesso del segretariato sociale e del CUP
• Area dei servizi sociali
La Medicina Riabilitativa Territoriale è inserita sia nell’Area dei Servizi Sanitari sia nell’area dei Servizi Socio-sanitari. Per quanto riguarda l’Area dei Servizi Sanitari, la Medicina Riabilitativa territoriale si occupa della gestione della non autosufficienza , nella fase extra ospedaliera della malattia, attraverso un complesso di interventi terapeutici e di misure assistenziali alla persona che ordinariamente possono essere erogati a livello ambulatoriale o a domicilio.
Medici fisiatri e tecnici della riabilitazione, infatti, lavorando in equipe, seguono la patologia cronica e intercettano i bisogni territoriali legati ai pazienti con disabilità, orientando le risposte in base alla tipologia dei bisogni. A seconda dell’intensità dei bisogni, vengono assicurati, previa visita specialistica e/o valutazione funzionale, sia trattamenti riabilitativi e prescrizioni di ausili inseriti in un progetto riabilitativo individualizzato, sia valutazioni ambientali finalizzate al superamento delle barriere architettoniche. All’interno della rete è presente anche l’ufficio protesica che, in base alla prescrizione del medico fisiatra, assicura l’erogazione degli ausili protesici ai cittadini aventi diritto. All’interno invece dell’Area dei Servizi Socio-Sanitari, la Medicina Riabilitativa territoriale entra a far parte come componente fissa dell’ Unità di Valutazione Multidimensionale (UVM Disabili).
Con la delibera regionale 1230/08 le la conseguente strutturazione dell’unità di valutazione multidimensionale (UVM), è nato a livello distrettuale un sistema innovativo di programmazione degli interventi sull’area disabili e ad una diversa modalità di risposta ai bisogni delle persone con disabilità .
Tali percorsi vengono valutati da una commissione multiprofessionale integrata in un contesto dove professionisti di estrazione sanitaria e sociale, con un approccio multidisciplinare, individuano, a seconda delle competenze, i bisogni del paziente e delineano il progetto più idoneo alla risposta dei bisogni stessi, attivando la rete di risorse territoriali, risorse residenziali, semiresidenziali e di assistenza domiciliare (progetto di vita e di cure). La riabilitazione costituisce un settore di intervento per il quale è importante garantire una pianificazione delle attività finalizzate al recupero funzionale dei pazienti in un sistema di servizi per la salute a diversi livelli e specificità che tenga conto della necessità di una visione organica e integrata tra sistema sanitario e sociale. Lo svolgimento delle attività riabilitative deve essere pertanto costantemente aggiornato, al fine di garantire gli interventi sanitari