Si é svolta questa mattina, nell’ambito del corso nazionale della Società Medica Italiana Paraplegia (SOMIPAR) sul tema degli ausili. Il tema di fondo é stata la persona con mielolesione per il quale l’ausilio é parte integrante del processo di autonomia. Ausili, quindi, come parte del progetto riabilitativo.
Aldrich ha presentato il position paper sui sistemi di assistenza protesica in Europa. A questo livello c’é una notevole disomogeneità che prevede le tre A
- Ausili tecnologici
- Assistenza Personale
- Adattamenti ambientali individuali
Il problema non é il tipo di ausilio ma la soluzione assistiva che si personalizza sulle esigenze del paziente.
La soluzione assistiva é tanto più pesante quanto minore é l’accessibilità ambientale.
Il documento analizza 8 domande delle quali le più importanti sono:
Gli ausili sono destinati a sparire nel momento in cui l’ambiente sará accessibile per tutti ? Il problema è quindi, finanziare ausili o gl adattamenti ambientali ? La risposta è no, poiché lo sviluppo della ricerca per gli ausili è sinergica con le progettazioni ambientali.
La carrozzina dovrà rimanere, magari sempre più tecnologica.
La scelta dell’ausilio deve essere necessariamente partecipata non solo con la persona disabile ma con il team riabilitativo. Per fornire un servizio di qualitá deve fondarsi su una specifica formazione che in Italia è ancora carente. I modelli discussi nel documento europeo sono i seguenti:
- Modello medico: modello prescrittivo del l’ausilio
- Modello Sociale: definisce la soluzione e ti fornisce il budget
- Modello di mercato: la soluzione è proposta dal mercato e sulla base di un budget si acquistano gli ausili necessari.
Il documento non sceglie un modello ma propone che
Il modello Medico sia utile per il sostegno fisico e il rischio clinico;
Il modello Sociale utile quando é basso il rischio clinico
Il modello Di mercato è una variante di quello sociale variante del modello sociale
Altro aspetto è l’informazione sugli ausili per la conoscenza delle varie possibilità offerte.
Mauro Zampolini, responsabile della rete della riabilitazione umbra, ha descritto l’organizzazione in Umbria dove da tempo esiste la prescrizione ausili all’interno del progetto riabilitativo. Occorre, mettere in rete le diverse competenze regionali che si sono sviluppate da quelle specializzate in ausili tecnologici a quelle specializzate nel ritorno alla guida. A questo fine sará necessario un coordinamento regionale. La rete sta mettendo a punto una serie di linee di indirizzo sul progetto riabilitativo individuale che parte fina dalla fase acuta e accompagna il paziente lungo il percorso ospedale territorio.
Andrea Tonucci FISH Umbria, enfatizza l’importanza delle politiche generali come strumento per migliorare la condizione di accessibilità perché altrimenti occorrono molti interventi individuali risarcitori.
La presa in carico deve far riferimento al progetto individuale che deve essere non solo ospedaliero ma anche individuale. Gli interventi devono essere correlati all’impatto sulla salute della persona sviluppando indicatori specifici.
Lucia Bambagioni, coordinatrice dei fisioterapisti dell’Unità spinale di Perugia ha fatto una revisione critica del percorso ospedale-territorio ponendo la necessità di migliorare il rapporto con il territorio. La delibera del 2007 sulla prescrizione ausili va aggiornata per renderla più attuale anche se non è stata applicata pienamente. Il percorso della persona disabile deve essere garantita lungo il processo di recupero. È importante il momento del follow-Up ed è fondamentale individuare gli indicatori.
Patrizia FERRONI infermiera dell’uroriabilitazione ha fatto una disamina degli ausili per l’incontinenza descrivendo la situazione umbra come molto positiva non essendoci problemi di rimborso. Anche in questo caso il presidio non è l’oggetto ma è parte del progetto riabilitativo.
Riccardo Magni descrive l’attività del Centro Orientamento Ausili Tecnologici (COAT), nato per la prescrizione degli ausili tecnologici imperniata sugli adattamenti personalizzati stabiliti da un team multidisciplinare che comprende anche ingegneri oltre che alle figure professionali della riabilitazione.
Importante mettere in rete le competenze a livello regionale.
È stato sviluppato un sistema hub e spoke con un centro di riferimento e una rete territoriale con operatori locali.
Questa organizzazione ha prodotto notevoli risparmi aumentando di 10 volte il numero di prescrizioni iso-risorse.
Michela Lorenzini, responsabile del centro ausili di Perugia, dotato di un nucleo multidisciplinare collegato con un numero di referenti locali con cui si lavora in sinergia.
Il problema fondamentale è l’appropriatezza che può essere migliorata in collaborazione con le ditte che permettendo di provare gli ausili permettono la scelta condivisa e minimizzano l’abbandono.
Per valutare l’abbandono è molto importante il follow-Up con specifici indicatori.
Occorre sviluppare la competenza del team, fare specifiche prove degli ausili. Importante anche il riciclo.
Il Direttore della programmazione della Regione Umbria Marcello Catanelli si ritiene soddisfatto degli atti regionali che vanno incontro a quanto emerso dal dibattito. Esprime preoccupazione perché il sistema è passivo, ospedalo-centrico. Occorre trasformare il sistema come proattivo con interventi diffusi all’interno del territorio. Nella nuova convenzione con la medicina generale si enfatizza la medicina di iniziativa. Le persone disabili non devono bussare per ottenere prestazioni ma deve essere preso in carico e richiamato periodicamente in modo proattivo. Questo è strategico per la prospettiva futura.
Il medico di base deve trovare medici specialisti in modo diffuso a Livello territoriale.
In conclusione Raffaele Goretti responsabile dell’osservatorio e giornale della disabilità ha sintetizzato i problemi emersi per poterli trasformare in azioni specifiche.