NOTA PRELIMINARE
Questo secondo scritto fa seguito a quello in cui mi ero dilettato con la figura di Laza Lazarevic. Purtroppo è passato fin troppo tempo. Spero con l’inaugurazione di questa nuova proposta di riuscire a ridare spolvero alle velleità che avevo dichiarato all’inizio di questa storica avventura.
Chiaramente, essendo passato un po’ di tempo, ripropongo in parte quella che fu la precedente nota preliminare, affinchè le considerazioni a venia delle inesattezze siano ancora chiare ai pazienti lettori. Spero con questo progetto di rivivere un antico sapore di conoscenza. A tutti coloro che avranno la pazienza di leggere questi post chiedo perdono in anticipo per il rischio di poter incorrere in qualche inesattezza: per quanto la storia sia una passione, la storiografia è una cosa molto più seria. Questi, allora, potranno considerati spunti per poter approfondire e condividere le conoscenze sulla storia della medicina. Fonti privilegiate saranno tutti quei testi open che la rete, nel suo immenso, può offrire e i libri e gli articoli che potrò e riuscirò nel tempo a reperire e consultare.
Rudolf Virchow
Se la Riabilitazione è la branca della medicina volta al recupero di una funzione compromessa (Sabatini-Coletti), allora Rudolf Virchow ne può essere considerato uno dei padri concettuali.
Anche se la relazione può sembrare ardita, questa figura ha molto attinenze rispetto alle concezioni moderne della nostra disciplina. Se certamente i mondi di interesse siano ben distinti (macroscopia versus microscopia), la funzione, che sia lesa nell’infiammazione di Virchow, o sia ripristinata , ad integrum o parzialmente, lega questa padre della medicina alla Riabilitazione.
E allora chi fu con maggiore Rudolf Ludwig Karl Virchow?
Egli (Schivelbein1821 – Berlino1902) fu un medico-anatomista ed è considerato il fondatore della patologia cellulare. Egli studiò medicina e conseguì il titolo accademico nel 1843. Nel 1856 fu nominato direttore dell’Istituto di patologia presso l’ Università di Berlino. Con la sua pubblicazione Die Cellularpathologie, probabilmente la sua più importante opera, introdusse la logica della patologia cellulare, la base principale della ricerca di Wirchow nel campo dell’oncologia. Gli sforzi sino a quel momento condotti per giungere alla strutturazione di un sistema teorico coerente, compiuti sin dall’epoca rinascimentale erano sostanzialmente basati sull’osservazione diretta della Natura. I tentativi per poter porre in essere valide terapie si rivelarono fallimentari. I medici fino ad allora curavano i pazienti affidandosi alla patologia umorale, per cui salute e malattia erano direttamente dipendenti dalla consistenza e dalla quantità di fluidi corporei.
Quindi, all’inizio del XIX secolo la medicina era ancora preda di concetti speculativi e filosofici. Il più grande merito di Rudolf Virchow fu senza dubbio quello di introdurre una moderna concezione della patologia e della medicina. Al posto delle dottrine di umori e crasi, Virchow elaborò il nuovo paradigma della patologia cellulare, fondata sui metodi sperimentali delle scienze dell’epoca e dunque correlata agli approcci della ricerca biologica. Virchow studiò ulteriormente gli aspetti dell’infiammazione, riconoscendone come fattore predisponente alla genesi dei tumori. Virchow analizzò in modo critico il significato dei quattro sintomi principali dell’infiammazione (rubor, tumor, calor, dolor) e ipotizzò che l’infiammazione non fosse rappresentata come singolo processo, quanto, piuttosto, come una serie di diversi processi infiammatori. Egli introdusse il concetto functio laesa, specificandone la limitazione dei tessuti infiammati con conseguente compromissione o inibizione della funzionalità dell’area colpita. Nella patogenesi dell’infiammazione , Virchow sottolineò l’importanza dello stimolo infiammatorio e identificò nello stimolo patogeno il punto di partenza e conditio sine qua non. Grazie alle indagini patoistologiche, condotte su animali da esperimento e sull’uomo, l’evidenza che l’infiammazione sia la causa principale di aterosclerosi è stata ampiamente accettata sin dalla fine del XIX secolo ed è stata confermata negli ultimi decenni. Ma, soprattutto, Virchow fu il primo ad ipotizzare un legame tra microinfiammazione e successivo sviluppo del cancro.
Sebbene non siano tanti i medici che si ricordino per la loro opera pubblica, la vita di Virchow fu segnata da un notevole impegno politico. Nel 1862 fu nel parlamento prussiano, come capo dell’opposizione e nel 1880 fu eletto al Reichstag dove rimase fino al 1893, dove si battè, senza riuscirvi, ad arrestare l’ascesa di Bismarck, il suo principale rivale politico, e la sua politica nazionalista. Si pensa che la stessa opera medica di Virchow, di origini polacche, e lo sviluppo della sua teoria cellulare potrebbero essere state influenzate proprio dalle sue posizioni politiche, così come dall’ interesse per l’archeologia e la nuova scienza dell’antropologia fisica. Egli, promotore di una “democrazia senza restrizioni”, sviluppò una teoria che “presentava il corpo come un libero stato di individui uguali, una federazione di cellule, una democratica nazione di cellule”.
L’opera di Rudolf Virchow ha senza dubbio svolto un ruolo fondamentale nella nascita della medicina scientifica durante il XIX secolo, portando ad una forma di unificazione della disciplina e con l’introduzione della prospettiva cellulare ha aperto nuove vie alla ricerca sulla malattia.
Bibliografia
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Schmidt A, Weber OF. In memoriam of Rudolf Virchow: a historical retrospective including aspects of inflammation, infection and neoplasia. Contrib Microbiol. 2006;13:1-15.
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Il passaggio dalla teoria umorale delle malattie alla concezione della sede e causa organica è di Morgagni, cui Virchow si rifà in continuazione, riconoscendolo come fondatore della medicina moderna. Anche il metodo di studio ossservazionale e sperimentale è totalmente derivato dal metodo morgagnano, ma anche di altri scienziati della grandiosa Scuola Medica Italiana di Padova, Bologna, Venezia, Firenze, Roma, Salerno, cui si rifaceva tutta la Scuola Medica dell’Europa.