A partire dalle ore immediatamente successive al terremoto che il 24 agosto scorso ha colpito l’Italia centrale, la Simfer si è attivata per dare il proprio contributo. Coordinatore del nostro intervento è il collega Germano Pestelli, membro del Disaster Rehabilitation Committee della Società internazionale di Medicina riabilitativa, un fisiatra con esperienza nell’organizzazione di servizi riabilitativi dopo catastrofi naturali in Italia e all’estero. Ecco il suo racconto – cronaca ma anche impressioni e considerazioni personali – dopo i sopralluoghi e i primi contatti con la Protezione Civile, le autorità locali e i colleghi che operano in zona.
Come sapete la Simfer si è attivata per portare sollievo alle persone disabili delle zone terremotate. La settimana scorsa il 29 e 30 agosto mi sono recato di persona su incarico del presidente Simfer dottor Paolo Boldrini nella zona marchigiana ed in quella laziale accompagnato dal dottor Lorenzo Agostini come delegato dell’Ufficio di Presidenza. Abbiamo visitato in particolare le zone di Arquata e Pescara del Tronto e di Amatrice. Lunedì 30 abbiamo avuto una riunione operativa con la direttrice generale dell’ASL di Ascoli e San Benedetto dottoressa Giulietta Capocasa con la partecipazione del dottor Alfredo Fioroni, direttore della Riabilitazione e con altri funzionari e colleghi del settore pubblico e privato relativo alla riabilitazione.
La riunione è stata proficua sia per la partecipazione fattiva di tutti sia per la chiarezza di visione della direttrice generale dell’ASL che ha attivato subito la possibilità di fare interventi di riabilitazione sui disabili delle zone terremotate, siano essi disabili cronici che acuti post-terremoto.
Nei giorni successivi il dottor Fioroni e la posizione organizzativa dei fisioterapisti si sono recati a loro volta nei luoghi delle tendopoli per attivare attività specifiche di riabilitazione nelle tende e nelle frazioni più lontane e per definire, assieme a personale competente, azioni di attività fisica adattata per i residenti nei campi.
Si è inoltre preso contatto coi medici di Medicina Generale per avere conoscenza del numero e della qualità delle persone disabili onde attivare anche interventi mirati e personalizzati. Ampia la disponibilità di fisioterapisti, laureati Isef ed ovviamente colleghi fisiatri.
Assieme a Lorenzo Agostini abbiamo fatto un passaggio di qualche ora anche ad Amatrice dove la situazione, se non più complessa, ha percorsi differenti almeno per la nostra presenza. Infatti nelle Marche non vi è la possibilità fisica al momento di piantare la tenda dell’ascolto e della riabilitazione Simfer che verrà innalzata invece ad Amatrice nei tempi dovuti e dopo la fase di emergenza, con la collaborazione della Protezione Civile con la quale abbiamo avuto contatti nei referenti di Marche, Lazio, Umbria e Emilia Romagna.
Per questo abbiamo preso contatti col responsabile del campo dell’Ordine dei Cavalieri di Malta dove, con tutta probabilità, sarà ubicata la tenda. Nello stesso tempo ho contattato il dottor Marco Pulcini, direttore della Riabilitazione di Rieti nella cui ASL si trova Amatrice, dandogli la nostra disponibilità. In settimana mi vedrò col dottor Pulcini a Rieti.
Nei prossimi giorni andrò anche in Umbria dove la situazione sembra più gestibile e meno grave ma da dove è arrivata la disponibilità a prendere in carico alcuni feriti affetti da trauma cranico encefalico presso la ASL di Foligno per tramite del dottor Mauro Zampolini e del dottor Federico Scarponi. I miei contatti coi colleghi specialisti in Riabilitazione dei territori in questione sono pressoché giornalieri.
In settimana o all’inizio della prossima andrò anche a Ferrara a ritirare la tenda Simfer, in deposito presso la Protezione Civile di Tresigallo, per portarla ad Amatrice appena avremo il benestare. Mi aiuteranno la Croce Verde di Predappio-Meldola e la Protezione Civile di Bertinoro (FC). Appena sarà un po’ più “libero” contatterò anche il sindaco di Amatrice.
Questa la cronaca. E ora alcune impressioni personali…
La situazione è ovviamente grave e, a mio modesto avviso, solo parzialmente risolvibile in alcuni luoghi. In prospettiva Amatrice potrà avere un nuovo inizio, la vedo più dura per alcuni, peraltro bellissimi, borghi marchigiani nei quali però vi sono molti allevatori di bestiame o lavoratori in attività agricole che, se opportunamente aiutati, potranno dare nuovo vigore alla zona.
Queste persone, a mio più che modesto avviso, non andrebbero spostate dai loro luoghi di vita neanche per un giorno e dovrebbero essere aiutate in questo e non trasferite altrove. Tra qualche settimana comincerà a fare freddo e una gestione rapida delle famose casette di legno gioverebbe enormemente alla rinascita di questi luoghi, anche come soluzione temporanea.
Sui disabili il discorso è complesso perché la maggior parte di loro non ha più casa e alla dimissione dai luoghi di cura per acuzie e post acuzie ci saranno difficoltà significative a riceverli ed a prenderli in carico. Ma spostarli a chilometri e chilometri di distanza, qualora non abbiano affetti altrove, non è mai stata la soluzione corretta in nessuna parte del mondo. Occorrerà avere idee positive per risolvere questo problema e parlarne con chi ha possibilità di farlo.
La situazione di Amatrice è diversa, li c’è un paese abbastanza grande ove sarà possibile riprendere e confermare attività e qualità di vita. Seppur abbattuto, il paese non è completamente distrutto e quindi alcuni servizi, come la riabilitazione, la riattivazione, la riabilitazione di comunità potrebbero essere garantiti con continuità dalla nostra presenza.
Nello specifico Simfer ringrazio i colleghi che hanno dato disponibilità; al momento siamo in stand by operativo ma non appena la Protezione Civile ci chiamerà ci sentiremo per definire le turnazioni di presenza per dare un “cambio” ai colleghi fisiatri già impegnati sul campo. Per i fisioterapisti: Niguarda, San Raffaele e Santa Lucia hanno dato disponibilità. Ho perorato la causa anche in Emilia Romagna. Molti mi hanno dato una disponibilità personale al di fuori delle istituzioni. Penso che lavorando assieme e con coesione possiamo essere utili ai bisogni delle persone con disabilità.
Tutto qui per il momento. Grazie a tutti per la disponibilità.
Germano Pestelli
5 settembre 2016