di Paolo BOLDRINI. Abbiamo lasciato il nostro Mario sulla porta dell’ambulatorio, dopo la visita fisiatrica; in attesa di andare a leggere il referto di visita che gli ha consegnato Pierluigi (o Serena, a seconda di quale strada abbia preso la storia), vediamo cosa succede a casa, mentre aspetta di tornare al servizio di Medicina Fisica e Riabilitativa per le terapie.
Tornato a casa, Mario racconta alla figlia Emma della visita, delle varie cose Pierluigi gli ha spiegato, e di quelle che non ha capito bene; lei lo aiuta a consultare vari siti su Internet, e trova molte informazioni sui dolori alle spalle e sulle loro cause. Scopre che diverse malattie, anche gravi, possono iniziare con dolori simili al suo, e questo gli fa rammentare che suo padre, morto di tumore, cominciò proprio col lamentare male alla spalla sinistra. Il dolore non è peggiorato, anzi gli sembra di muoversi meglio, ma è ugualmente preoccupato. La sera incontra il suo amico Gigi, che vedendolo un po’ giù di corda gli chiede se sta bene. Mario gli racconta del suo disturbo, e l’amico gli dice che se fosse in lui non andrebbe a fare le terapie nell’ospedale dove è stato visitato, ma farebbe subito un risonanza magnetica e poi una visita da un chirurgo ortopedico esperto dei problemi di spalla, che aveva operato un calciatore suo amico. L’indomani la figlia, che è al primo anno di psicologia, gli chiede come ha passato la notte; quando Mario le dice che lo specialista – ora che si ricorda – parlava di un “conflitto”, Emma replica che forse il medico ha pensato che il suo disturbo abbia un’origine psicologica. Mario ci resta un po’ male, pensando che il medico non abbia creduto che il dolore fosse così fastidioso, o che lo ritenga un po’ matto. La figlia contatta alcuni amici via web; uno di questi gli scrive che aveva un dolore proprio uguale a quello di suo padre, e che dopo aver tentato inutilmente varie terapie gli è passato del tutto grazie ad un erborista che gli aveva consigliato degli infusi.
SCENA SECONDA – MARIO 2
Dopo la visita, Mario è abbastanza sollevato, perché il medico gli ha spiegato che non si tratta di una cosa grave ed è abbastanza frequente dopo una certa età, anche se fastidiosa. Va a ritirare i risultati delle lastre, e con l’aiuto della figlia spedisce le immagini e il referto all’indirizzo mail che gli ha indicato Serena, la fisiatra. Legge l’opuscolo che gli è stato consegnato dopo la visita, e trova utile una specie di righello, che gli aveva mostrato Serena, e che serve per misurare l’intensità del dolore; prova ad usarlo durante il fine settimana, e si accorge così dell’effetto della medicina e della sua durata; si accorge così che il dolore va meglio. La figlia lo aiuta a collegarsi ad internet per vedere i video di cui gli aveva parlato indicato la fisiatra. Ne vede uno in cui vengono mostrate alcune azioni che lui fa tutti i giorni , come alzare il basculante del garage, o spostare degli scatoloni su uno scaffale, e spiega come vadano eseguite per non danneggiare le spalle. Il filmato mostra anche un modellino in plastica della spalla che sembra uguale a quello che gli aveva mostrato la dottoressa. Il giorno prima dell’appuntamento per le sedute di terapia, riceve un SMS di promemoria, e la sera gli arriva una mail da parte di Serena, che gli dice di aver visto i referti delle radiografie e che domani gli andrà a parlare prima della seduta.