L’Oms riconosce la riabilitazione come fattore chiave per i servizi sanitari del 21 secolo. Sostiene la necessità di un radicale ampliamento del suo ambito operativo e di una sua piena e definitiva collocazione fra gli elementi fondanti dei sistemi di tutela della salute. Un intervento del presidente Simfer Paolo Boldrini.
Il 74% degli anni di vita persi per disabilità (YLDs) è attribuibile a malattie e condizioni che possono trarre beneficio dalla riabilitazione, secondo il Global Burden of Disease Study relativo al 2015 (1).
Questo solo dato è sufficiente a giustificare l’importanza dei servizi riabilitativi nel dare risposta adeguata al bisogno di salute in tutto il mondo.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità sta sostenendo con forte determinazione questo tema, ed ha recentemente proposto una visione della riabilitazione che può cambiare radicalmente la visione ed i paradigmi con cui viene vista nel contesto dei sistemi sanitari.
La Riabilitazione non è più vista “solo” come risposta ai bisogni delle persone con disabilità, che pure resta uno dei pilastri essenziali della sua azione, ma anche come efficace strumento di intervento strategico in tutte le condizioni di compromissione, anche temporanea, del “functioning”.
Questa visione è stata illustrata nell’evento REHABILITATION 2030: A CALL FOR ACTION. tenutosi il 6-7 febbraio presso la sede dell’OMS, a Ginevra. Tema portante è stato lo sviluppo di azioni e strategie a livello mondiale per lo sviluppo della Riabilitazione, definita come una priorità del 21° secolo per i sistemi sanitari di tutto il mondo.
Il panel dei partecipanti era rappresentativo di tutte le realtà, istituzioni, attività e professionalità coinvolte nelle attività riabilitative, con delegati di tutti continenti.
Il documento propone una definizione di riabilitazione come “un insieme di interventi concepiti per ottimizzare il funzionamento e ridurre la disabilità” in persone che presentano diverse “condizioni di salute”, riferibili a malattie acute o croniche, disordini, lesioni o traumi. In queste “condizioni di salute” vengono ricomprese non solo le patologie disabilitanti che rientrano comunemente nell’ambito della riabilitazione, ma anche situazioni non patologiche che limitano, anche temporaneamente, il funzionamento, quali ad esempio la gravidanza, l’invecchiamento fisiologico, lo stress.
Questo ampliamento dell’ambito di intervento della riabilitazione apre la prospettiva di una sua piena e definitiva collocazione nel contesto dei servizi sanitari, riconoscendone un ruolo di elemento fondante dei sistemi di salute, e non solo come componente del sistema di welfare indirizzato alle fasce di popolazione che presentano disabilità.
Tale aspetto può apparire non particolarmente innovativo in un paese come il nostro, in cui il settore della riabilitazione è riconosciuto come parte dei livelli essenziali di assistenza sanitaria.
Tuttavia, non si può negare che nell’ambito del sistema sanitario persiste ancora spesso una visione, per così dire, “complementare” della riabilitazione, vista come un insieme di servizi che contribuiscono in modo relativamente marginale al livello complessivo di salute e benessere della popolazione.
La visione proposta dall’OMS prospetta una visione esattamente opposta: non c’è buona salute pubblica senza una buona riabilitazione, anche quando gli altri elementi del sistema dovessero funzionare in modo ottimale.
Inutile sottolineare la rilevanza cruciale di questo approccio per le comunità professionali coinvolte nel settore della riabilitazione, e quindi anche per il ruolo della Medicina Fisica e Riabilitativa.
Per questo ritengo doveroso sollecitare la comunità dei medici fisiatri alla lettura, approfondimento e discussione dei documenti prodotti dall’OMS.
Paolo Boldrini
Presidente SIMFER
Punti chiave dal documento: Rehabilitation: a call for action. WHO, 2017*
La Riabilitazione è essenziale per soddisfare il bisogno di salute delle popolazioni e per raggiungere l’obiettivo di assicurare una vita sana e promuovere il benessere a tutte le età;
- La Riabilitazione gioca un ruolo importante per la popolazione più anziana; riduce il rischio di cadute e di ricoveri ospedalieri, e rende le persone indipendenti più a lungo;
- Il numero di persone affette da malattie non trasmissibili ed altre condizioni croniche non è mai stato così alto; i sistemi sanitari debbono attrezzarsi per offrire servizi che ottimizzino le capacità funzionali a fronte di menomazioni, traumi o malattie acute o croniche.
- I benefici della riabilitazione superano i confini del settore sanitario. La Riabilitazione può ridurre i costi sanitari e consentire l’accesso all’istruzione e al lavoro retribuito.
- La riabilitazione deve essere integrata nei piani sanitari nazionali e nel finanziamento della sanitò. Le attuai tendenze epidemiologiche, i cambiamenti demografici e l’ampliamento dell’accesso all’assistenza sanitaria rendono lo sviluppo della riabilitazione un imperativo per i sistemi sanitari del 21° secolo.
- E’ necessaria un’azione coordinata e concertata per lo sviluppo dei servizi riabilitativi e per dare risposta ai molti bisogni ancora non soddisfatti.
*DISCLAIMER: This translation was not created by the WORLD HEALTH ORGANIZATION (WHO). WHO is not responsible for the content or accuracy of this translation. The original English edition shall be the binding and authentic edition.
Traduzione non autorizzata dal testo inglese del documento: Rehabilitation: a call for action. WHO, 2017
- GBD 2015 Disease and Injury Incidence and Prevalence Collaborators. Global, regional and national incidence, prevalence, anduyears lived with disability for 310 diseases and injuries. 1990-2015: a systematic analyis of the Global Burden of Disease Study 2015. 2016; 388: 1545-602
LINK AI DOCUMENTI OMS: www.who.int/disabilities/care/rehab-2030/en/