Anche Simfer presente all’evento milanese con il past president Paolo Boldrini
Fra il 2005 ed il 2017 il numero di lavori scientifici pubblicati sull’uso dei dispositivi indossabili (wearable devices) in ambito sanitario è decuplicato; un incremento minore, ma proporzionalmente identico, si è verificato negli studi dedicati specificamente ai wearables in ambito riabilitativo. Si tratta di un tema di crescente interesse non solo per le persone che si rivolgono ai servizi riabilitativi e per i professionisti del settore, ma anche per il grande pubblico, visti i confini a volte piuttosto labili fra l’uso di queste tecnologie in campo sanitario ed altri ambiti, come quello del fitness o dell’attività fisica in generale.
Infatti, sono diversi gli esempi di dispositivi ed applicazioni digitali nate per il pubblico che si sono rivelate potenzialmente utili in ambito sanitario, e riabilitativo in particolare; basti pensare all’area dell’exergaming, in cui spesso si impiegano prodotti della grande diffusione commerciale. Come è noto, vi sono anche esempi del contrario; tecnologie per la registrazione di parametri fisiologici sviluppate per l’uso professionale sono poi state incorporate in dispositivi di uso comune, come gli smartphones.
Queste tematiche sono state discusse nell’ambito del FestivalFuturo, organizzato da Altroconsumo a Milano il 4 e 5 novembre, e dedicato allo sviluppo dei servizi e dei prodotti digitali in molti settori, fra cui quello della salute.
La situazione attuale e le prospettive di impiego dei dispositivi indossabili in ambito sanitario il 5 novembre sono state il tema dell’incontro “Cyborg a chi?” organizzato e coordinato da Eugenio Santoro, responsabile del laboratorio di informatica medica dell’Istituto Mario Negri di Milano ed esperto di comunicazione e social media in ambito sanitario. Sono intervenuti rappresentanti del mondo delle imprese (Giovanni Bergamaschi di FitBit, e Edoardo Parini, di Deed) e del mondo medico (Sergio Pillon, componente della Commissione Paritetica per la Governance delle linee di indirizzo nazionali in Telemedicina e Paolo Boldrini, past-president della Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa)
Guarda il video dell’incontro “Cyborg a chi?”
L’incontro ha permesso di illustrare le attuali prospettive dello sviluppo tecnologico e della diffusione dei wearable devices in ambito sanitario e in settori “limitrofi”, come quello del fitness e del benessere, e le differenze fra dispositivi sviluppati specificamente per uso sanitario e prodotti nati per il grande pubblico.
Un’attenzione particolare è stata dedicata al settore della riabilitazione, visto come uno dei più promettenti per l’introduzione e la diffusione di questi dispositivi.
A questo proposito, Boldrini ha citato alcuni esempi di esperienze in varie condizioni e problematiche disabilitanti, sottolineando i vantaggi derivanti dalle nuove tecnologie indossabili in termini di connettività, facilità di impiego e possibilità di espandere gli interventi riabilitativi ed il monitoraggio dei risultati anche al di fuori dei setting abituali. Ha però anche richiamato, di fronte al continuo proliferare di prodotti digitali indossabili che vantano sempre migliori caratteristiche tecniche, la necessità di un approccio rigoroso per testarne l’efficacia in ambito clinico con adeguate sperimentazioni, e soprattutto definirne le modalità di impiego in funzione di ben definiti obiettivi valutativi, terapeutici od assistenziali. Altro elemento importante è il coinvolgimento dei pazienti o delle persone con disabilità che utilizzano questi dispositivi nell’identificazione di possibili ambiti di utilizzo e nella individuazione degli obiettivi di impiego.