Il Consiglio Superiore di Sanità ha espresso parere sulla pratica del dry needling, con un pronunciamento che recepisce le osservazioni proposte della SIMFER insieme ad altre Società ed Associazioni, e qualificandola come attività che richiede competenza medica esclusiva in ragione del suo carattere invasivo e delle sue potenziali complicanze.
Il parere è stato espresso nella seduta del 13 giugno scorso, ed è stato formalmente trasmesso alla SIMFER ed ad altre Società Scientifiche il 21 novembre.
E’ stato formulato a seguito di un’istanza, corredata di una ampia documentazione tecnico scientifica, presentata congiuntamente da SIMFER-SIMMFiR, SIRN e FISA il 15 settembre 2016, e di altre istanze degli Ordini dei Medici di Bologna e Milano, in cui si richiedeva la revisione di un precedente parere espresso il 10 dicembre 2013, che ammetteva la pratica del dry needling da parte di operatori non medici (fisioterapisti) purché in strutture ove fosse presente un medico abilitato.
Si tratta di un risultato importante, oltre che sul merito, anche sul piano procedurale, in quanto rivede in modo sostanziale un precedente parere dello stesso CSS, e appare come un riconoscimento della fondatezza delle ragioni che la SIMFER ha sostenuto in modo costante attraverso i corretti canali istituzionali, ed una conferma che la strada giusta perché una Società Scientifica sia tenuta in considerazione dalle Istituzioni sia quella di fondare la sua azione su documentate motivazioni scientifiche e cliniche e su motivi di interesse generale di tutela della salute, oltre che quella di cercare sinergie con le altre comunità professionali.