È ritenuta la modalità più adeguata ad affrontare una problematica complessa, con implicazioni che vanno al di là dello stretto ambito clinico, che coinvolge molti soggetti e in cui si rilevano comportamenti ancora sensibilmente disomogenei. Parliamo della Conferenza di Consenso. E l’oggetto in questo caso è un tema caldissimo, sotto i riflettori delle cronaca, oltre che della comunità scientifica: la riabilitazione assistita da robot.
Venerdì 1 marzo 2019 a Roma
nella sede dell’Istituto Superiore di Sanità
si terrà il primo incontro del Comitato promotore in vista della
Conferenza Nazionale di Consenso
sul tema
La riabilitazione assistita da robot e apparecchi elettromeccanici
per le persone con patologie disabilitanti di origine neurologica
La Conferenza di Consenso, che si terrà nel 2020, è promossa da Simfer (Società italiana di Medicina fisica e riabilitativa) e Sirn (Società italiana di Riabilitazione neurologica).
Perché una Conferenza di Consenso?
«L’utilizzo delle tecnologie robotiche in ambito riabilitativo ha conosciuto negli ultimi anni un costante incremento», spiega Donatella Bonaiuti di Simfer, componente del Comitato promotore della Conferenza di Consenso, «e se ne prevede una ulteriore rilevante espansione nei prossimi anni. La crescente disponibilità di dispositivi robotici di impiego relativamente semplice, utilizzabili in ambito clinico, ha fatto sì che essi non siano più solo appannaggio di strutture di ricerca o di alta specializzazione e abbiano da tempo iniziato a diffondersi in molti settori dell’offerta riabilitativa, seppure in modo ancora disomogeneo».
Parallelamente, gli studi clinici sull’impiego di tecnologie robotiche in ambito riabilitativo, specialmente nel campo delle patologie disabilitanti di origine neurologica (ictus cerebrale, lesioni del midollo spinale…) hanno conosciuto un sensibile incremento. «Negli ultimi cinque anni», annota Federico Posteraro di Sirn, «la percentuale di gran lunga maggiore degli studi pubblicati sulle metodologie riabilitative delle persone con stroke ha riguardato l’impiego di questi dispositivi, in modo isolato od in associazione ad altre tipologie di intervento».
La recente revisione normativa sui Livelli Essenziali di Assistenza del 2018, ancorché non pienamente operativa, appare confermare il ruolo di queste tecnologie, con il loro inserimento nel nomenclatore delle prestazioni specialistiche riabilitative erogabili dal SSN.
A fronte di questa situazione, tuttavia, si rilevano notevoli disomogeneità e discrepanze nei criteri e nelle metodologie pratiche di impiego clinico di queste tecnologie, nei contesti organizzativi in cui esse sono erogate, nella valutazione dei loro esiti. «Si rileva in sostanza la mancanza di un quadro complessivo e condiviso di riferimento», spiega Stefano Mazzoleni di Sirn, pure componente del Comitato promotore, «che possa chiarire i molti diversi aspetti di cui tener conto perché queste tecnologie siano integrate nell’offerta riabilitativa in modo efficace, stabile, sicuro ed accettabile da parte di tutti i diversi soggetti coinvolti».
Proprio per cercare di dare una iniziale risposta a questi problemi, con riferimento particolare alle patologie disabilitanti di origine neurologica, la Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa (SIMFER) e la Società Italiana di Riabilitazione (SIRN) hanno promosso l’organizzazione di una Conferenza Nazionale di Consenso, la cui celebrazione finale è prevista per la prima metà del 2020.
Metodologia e scopi della Conferenza di Consenso
La Conferenza di Consenso, come si diceva, è ritenuta la modalità più adeguata ad affrontare una problematica complessa, con implicazioni che vanno al di là dello stretto ambito clinico, che coinvolge molti soggetti e in cui si rilevano comportamenti ancora sensibilmente disomogenei.
Scopo generale della Conferenza è l’elaborazione di raccomandazioni relative a vari aspetti dell’uso di queste tecnologie. «Essi saranno da precisare a cura del Comitato Tecnico Scientifico fra diverse opzioni», precisa Paolo Boldrini, past president Simfer, «quali classificazione e criteri di impiego clinico, modalità organizzative per l’erogazione degli interventi, competenze richieste per lo sviluppo e l’impiego dei dispositivi in ambito clinico e di ricerca, criteri e modalità di valutazione degli esiti da parte di tutti i diversi stakeholders, con particolare riferimento ai pazienti; aspetti economici, deontologici ed etici».
La metodologia di riferimento per lo sviluppo della Conferenza di Consenso si basa sui criteri proposti dal Manuale Metodologico pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità nel 2013.
Lo stesso Istituto Superiore di Sanità contribuirà ai lavori del Comitato Tecnico Scientifico ed ospiterà il primo incontro del Comitato il prossimo 1 marzo. «È un endorsement decisamente importante», osserva Boldrini, «giustificato dall’importanza del tema trattato, che l’ISS ha preso da tempo in considerazione».
Nel frattempo stati definiti i componenti del Comitato Tecnico Scientifico, che comprende, oltre all’ISS, rappresentanti di Società Medico Scientifiche, di Associazioni di Professionisti di area riabilitativa, di rappresentanti di area bioingegneristica, delle Associazioni di Persone con Disabilità, del mondo delle imprese del settore, nonché esperti di area economica, bioetica, di Health Technology Assessment.
Compiti del Comitato in questa prima fase saranno in particolare la definizione finale del panel degli stakeholders, la predisposizione dei quesiti da sottoporre alla giuria, la definizione dei gruppi di lavoro per la predisposizione dei documenti preparatori.
I componenti del Comitato Promotore sono per Simfer Donatella Bonaiuti e Paolo Boldrini, per Sirn Stefano Mazzoleni e Federico Posteraro.