Domenica 26 maggio si celebra la Giornata nazionale del Sollievo, promossa dalla Fondazione Nazionale Gigi Ghirotti e patrocinata dal ministero della Salute, dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, dall’Associazione nazionale dei comuni italiani (ANCI) e dalla Camera dei Deputati, con il contributo di farmacie, strutture del Servizio sanitario nazionale, studenti e volontari.
In un suo messaggio, la ministra della salute Giulia Grillo ha ricordato che «la malattia del dolore riguarda in vario modo sei milioni di pazienti, è indispensabile avere sempre più medici e operatori preparati a trattare a ogni livello quella che viene riconosciuta ormai come una patologia. È indispensabile», ha dichiarato il ministro, «assicurare dignità ad ogni malato, in ogni momento del suo percorso nella malattia, anche quando non può più guarire».
Quando si parla di sollievo naturalmente la riabilitazione è in prima fila. Anche se non come partner ufficiale della giornata, Simfer è fortemente impegnata su questo tema, anzitutto con un Gruppo di Studio su Dolore e Riabilitazione coordinato da Roberto Casale, che peraltro è coordinatore anche dell’analogo Gruppo di Studio europeo promosso da Esprm. «Nelle patologie croniche il dolore ha una doppia valenza: è un fattore moltiplicante della disabilità», spiega Casale, «e d’altra parte è fonte di disabilità».
Sollievo in questo caso non significa solo palliazione «e proprio in questa accezione più completa e corretta interessa noi fisiatri. Penso ad esempio ai pazienti terminali, ai quali oltre alle terapie antalgiche è necessario dare il massimo dell’autonomia, nell’ambito di quanto è possibile in quel determinato momento, per il recupero delle residue capacità motorie».
Il movimento infatti, spiega Casale, ha un’azione sia diretta sia indiretta sul dolore. «Da una parte infatti occorre intervenire per mantenere le funzioni motorie, dall’altra il movimento stesso svolge un’azione antalgica. È importante ricordare questi aspetti nella Giornata del Sollievo, anche per intendere questo concetto in tutta la sua ricchezza e ampiezza».